ALIMENTAZIONE Autore: Alessandro Prota
Le diete ipoallergeniche rientrano nel protocollo terapeutico delle allergie cutanee. Per renderle ipoallergeniche alcune proteine – ad esempio, quelle del pollo – vengono trattate attraverso un processo industriale di idrolisi, rompendo la catena di amminoacidi in proteine più piccole, al punto che non stimolano il sistema immunitario.
Molti idrolisati hanno più del 50 per cento di carboidrati (mais), inoltre hanno un gusto amaro, per cui occorre confonderne il sapore con appetizzanti. Da precisare, che non si sa degli effetti collaterali a lungo termine che queste sostanze proteiche innaturali potrebbe avere nel tempo sulla salute di cani e gatti.
In realtà, alla vista c’è una migliore compattezza delle feci, che al proprietario danno il senso della guarigione. Ma in fondo il problema della intolleranza o allergia cutanea non è risolto, perché la fonte di amido e glutine in eccesso – in associazione a una presenza di grassi – continuano il processo infiammatorio della parete intestinale, con tutte le manifestazioni cutanee spesso correlate.
Inoltre, gli alimenti cotti a basse temperature hanno meno probabilità di causare reazioni allergiche rispetto a quelli cotti durante la lavorazione industriale. Questo perché le temperature estremamente calde, comunemente utilizzati nella lavorazione industriale, possono causare cambiamenti chimici nel cibo, rendendo le molecole proteiche più predisposte verso una reazione allergica nel vostro cane.
Questo principio è stato più volte considerato in ambito della salute umana. Purtroppo, invece, in campo veterinario non si parla molto dell’importanza del cibo crudo o poco cotto. Questo molto probabilmente (secondo il mio parere) perché non c’è un interesse vero da parte della ricerca scientifica.
Nelle allergie cutanee del cane spesso viene data importanza alla fonte proteica dimenticando, invece, che il vero responsabile è la quota di carboidrati spesso presente in concentrazioni eccessive, che con la voce ‘farine e derivati’ aggiunge una quota di glutine e amido eccessiva.
L’alta presenza delle fibre rende le feci compatte, illudendo il consumatore che sta andando tutto per il verso giusto. Ma in realtà quei cereali e soia possono continuare a infiammare la parete intestinale, alterando la permeabilità fino al punto che i villi intestinali nel tempo si ridurranno di numero.
Ecco, quindi, che per un certo tempo tutto bene, ma dopo alcuni mesi compare il malassorbimento: a quel punto i villi sono andati distrutti irreparabilmente e il cane soffrirà nel tempo di questo disturbo.
Spesso per curare un prurito o eczema modificando la dieta con un cibo industriale dietetico anallergico si procura, così, un’enterite cronica linfoplasmocellulare detta IBD.
Quanto scritto è fonte di un mio pensiero, scaturito da studi condotti in campo di alimentazione animale.
Dott. Alessandro Prota